Un dottore diverso dal solito

Oggi mi prendo un lusso, uno di quelli che forse non dovrei concedermi. Non mi spettano, dopotutto. Né per merito, né per riconoscenza.
Oggi – perdonate la rima con l’ultima parola scritta sopra – parlo di fantascienza.

Il titolo potrebbe di per sé far intuire di chi/cosa ho intenzione di scrivere: Doctor Who dopotutto non è poi così sconosciuto.
La serie in questione, la produzione fantascientifica più longeva di sempre (il primo episodio è andato in onda nel lontano 1963: più di vent’anni prima che mia madre pensasse solo di darmi la vita!), rappresenta uno dei capi saldi del suo genere. Lo dico io? No, la storia e i numeri.
Per i curiosi qui è possibile trovare un po’ di numeri e di storia.

Venendo a noi: Doctor Who è una serie inglese, nata sotto il segno della Bbc.
Il protagonista è il Dottore, uno di quelli che noi definiremmo alieno: è nativo di un pianeta chiamato Gallifrey e la sua specie è quella al cui nome trema l’intero universo.
Il Dottore è un signore del tempo: avanti o indietro, non c’è epoca che non possa visitare. Il suo mezzo è il Tardis, un’unità senziente “più grande all’interno”, un tempo capace di assumere forme diverse a seconda dell’opoca e del luogo in cui il Dottore sceglieva di visitare. Un tempo, ho detto, perché poi qualcosa si è rotto e il Tardis non ha più cambiato aspetto: è rimasto con le fattezze di una cabina della polizia inglese degli anni settanta.

Il Tardis. Prima che lo chiediate: sì, è più grande all'interno!

 Il Dottore, quindi… un signore nel tempo che se ne va a zonzo tra le ere. Lo fa per piacere ma non solo: più volte ha difeso l’universo e, soprattutto, il pianeta abitato da una specie di cui si è perdutamente “innammorato”: la Terra.
Il Dottore è tutto questo (ma anche molto altro) un viaggiatore nemico della solitudine che sceglie di volta in volta una compagna sulla terra e la porta con sé nei suoi viaggi.

Trama a parte…
Se continuo così nessuno arriverà a fine post. Visto oggi, a quarant’anni dalla prima messa in onda, il concept di base del Dottore è banale, diciamocela tutta. Un tizio che viaggia nel tempo, s’invaghisce guardacaso del nostro pianeta e salva l’universo un centinaio di migliaia di volte.
Hype? Per nulla.

Il Dottore è molto altro, però. Moltomoltomolto altro.
Innanzitutto il dottore è fantascienza: nei sei anni di programmazione che ho avuto modo di seguire non c’è nulla (o quasi) che sia stato lasciato al caso. Tutto è spiegato alla perfezione, prima fra tutti la presenza di un serial degli anni 60′ ai giorni nostri.
Niente Beautiful né cerone. Il Dottore ha una particolarità: lui non muore come tutti, lui si rigenera ogni volte sino a un totale di dodici incarnazioni.  Semplice. Banale. Geniale.

Siamo nel 2011 e a tanti anni di distanza il dottore è giunto alla sua undicesima incarnazione portata sullo schermo dal bravo ed esilarante Matt Smith.
Smith è il terzo dottore della fase “nuova”, quella apertasi col 2005 col nono dottore. Dopo un periodo di silenzio, iniziato a metà degli anni 90′, la serie è rinata e col 2005 è iniziata una nuova fase, anch’essa all’insegna della continuità con le precedenti.

Niente remake né sequel: la serie è semplicemente ricominciata dall’ennesima (la nona, interpretata da Christopher Eccleston) rigenerazione del dottore.
Tutta la stagione è un concentrato di classe, non fa altro che prendere per mano lo spettatore e trascinarlo nel mondo del dottore spiegandone quanto c’è da sapere: il Tardis, il tempo e i suoi punti fissi, gli alieni nazistoidi ossessionati dalla purezza della specie, il cacciavite sonico… tanto divertimento e anche tante emozioni.

Il nono dottore e Rose, la prima companion della nuova serie

L'undicesimo e attuale dottore e Amy, la compagna che (saranno i capelli rossi) preferisco...

Una stagione bella e godibile con l’unica pecca di un budget non all’altezza ed effetti un po’ troppo “plasticosi”. Ciò non toglie che sia un ideale punto di inizio. Io ho cominciato da lì, quasi per caso, e ora eccomi qui… visceralmente ossessionato e fanboy!

Tornerò a parlare di Doctor Who? Mi piacerebbe, mi piacerebbe tanto. Dedicare un post a ognuno dei dottori che ho avuto modo di apprezzare, alle companions, ai nemici, a Jack Harness….
Chi lo sa. Grazie per la lettura e ditemi che ve ne pare. So di essere noioso nei resoconti, la prossima volta mi butto in un dialogo immaginario che forse risulta essere più accattivante…

Alla prossima,
Qwertyminus.

16 risposte a “Un dottore diverso dal solito

  1. Bel post qwerty! E’ da tento che sento parlare di questa serie ma non ho mai avuto occasione di vederla. In più, dopo “Lost”, ho paura di tutto ciò che potrebbe creare dipendenza 😉

    • Quella per Doctor Who è una dipendenza consigliabile. Non annoia, cosa più importante, appassiona e diverte.

      Se vuoi guardare una puntata di prova ti consiglio uno stand alone della terza stagione: 3×10; Blink (Colpo d’occhio in Italia).
      Non è incentrata sul dottore – che compare soltanto ma in maniera geniale – e per vederla non serve sapere altro se non ciò che ho scritto in questo post. Puntatona assoluta, scritta per altro da quello che dalla quarta in poi è lo scrittore ufficiale della serie.

      Mi scuso per le imperfezioni nel post – ho invertito un paio di volte nono e decimo dottore – non avevo avuto il tempo di rileggerlo. Ora ho corretto.

  2. Quando ero bambina ricordo di aver amato la serie originale, di cui ora, a parte la piacevole sensazione, non ricordo assolutamente nulla tranne la faccia allampanata del protagonista. Ho anche io sentito parlare bene della serie…sono una tfmaniaca quindi sicuramente la vedrò. Ma al momento, il mio lostituto è Fringe. 🙂

  3. Dunque, qui emerge la differenza d’età. Doctor Who è stato per me un mito. Andavo alle medie. Mi ero fatto fare da nonna una sciarpa di tre metri… quando si dice l’imbecillità.
    Quello che guardavo io era questo:

  4. Ciao, sono OT e me ne scuso. Volevo ricambiare la visita e ‘stringerti la mano’ virtualmente. Vedo con piacere che segui SF e Fantasy e che non ti tiri indietro sul lato critico. A rileggerti!

  5. Ok, mi impegno ufficialmente a veder Doctor Who. E’ un classico che non mi posso perdere!
    se una serie sopravvive 50 anni ci deve essere un motivo e a questo punto devo assolutamente scoprirlo.

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